Manifesto del cucinato

Condurre un’esistenza pacifica non è mai stata un’opzione, e perché dovremmo lasciarla vinta ai nostri pensieri intrusivi? Fuori le pentole! Siamo aragoste che chiedono allo chef di alzare la fiamma, perché la serenità non fa per noi. In testa lo scolapasta, in mano un mestolo e in tasca una carota, partiamo pronti per nuove avventure. In alto i mestoli! Le persone assennate cercheranno di ammorbare le nostre menti con consigli sagaci, ma non possiamo permettere loro di spegnere i nostri fornelli. A chi piacciono le pietanze cotte a metà? Accendete i fuochi! A noi, anime sfrigolate che conduciamo esistenze assurde, potete solo fare un favore: passateci la diavolina, si griglia.

Cos'è un cucinato?

Termine dello slang che indica chi è in difficoltà interiore, chi si sente immerso in una lenta cottura esistenziale da cui sembra impossibile uscire. Non è solo la vita a cuocerci, ma la nostra stessa abitudine al calore, alla condizione che conosciamo, per quanto soffocante sia. Questo manifesto è dedicato a tutti i cucinati che non riescono a fare a meno di esserlo, a chi, anche dopo essersi liberato dalla propria condizione di anima bruciata dall’esistenza, torna nella pentola, perché il caos sconosciuto fa più paura di una sofferenza familiare.
A pensarci bene, siamo tutti un po’ cucinati, chi più chi meno. La differenza? Non tutti si rendono conto di essere nel pentolone. Alcuni nuotano nel brodo convinti di galleggiare per scelta, altri ne assorbono il sapore senza accorgersi che non è il loro.
E allora la domanda è: meglio restarci, ignari di cosa ci sia fuori? Meglio uscirne per poi ributtarsi dentro, perché il vuoto della libertà pesa più del peso delle catene? Certo, esiste sempre la terza opzione: uscirne e non rientrare più.
Ma c’è anche un’altra via: cambiare pentola. Non tutti tornano nello stesso brodo, alcuni saltano da un recipiente all’altro, convinti di aver trovato una nuova essenza, un nuovo sapore. Ma alla fine, non è sempre lo stesso liquido bollente, solo con spezie diverse?
E se fossi davvero uscito, se avessi smesso di essere un cucinato… non starei scrivendo questo manifesto, vi pare?
Dopotutto, il calore del brodo ha qualcosa di avvolgente, quasi confortante.

Glenn Onuchuku